COME SIAMO DIVENTATI COMUNISTI: La nostra strada

di Mikhail e Alexander Kononovich

Come siamo diventati comunisti: la nostra strada!


Siamo nati in una grande famiglia di lavoratori, i nostri genitori non avevano un'istruzione superiore e non erano comunisti.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la vita dei lavoratori in Ucraina divenne insopportabile. Lo stipendio dei nostri genitori, per 10 ore di lavoro in fabbrica, in piena restaurazione capitalistica, non fu pagato per più di 7 mesi, nella nostra famiglia, dove c'erano 3 bambini fu un disastro.
 Per noi bambini, a quel tempo, la pasta fatta in casa con lo zucchero era una prelibatezza senza pari.
La nostra famiglia, come quella di altri milioni di lavoratori, ha avuto un'esistenza miserabile e ha sofferto la fame. Da adolescenti, ricordavamo quanto vivevamo bene nel periodo sovietico. Perché tutto è cambiato? Perché, senza una guerra, un’epidemia o una catastrofe, siamo caduti così in basso? Dopotutto fino a qualche anno prima vi era un situazione di benessere generale. 
Noi, praticamente dei bambini, tra amici condividevamo i nostri problemi e ci chiedevamo: come è potuto accadere? Dopotutto, l’Unione Sovietica ha aiutato e nutrito mezzo mondo, e ora siamo noi a non aver nulla da mangiare. Prendendo coscienza e riflettendo, ci siamo resi conto che la catastrofe è arrivata dopo la caduta del Partito Comunista e la restaurazione artificiale del «capitalismo selvaggio» in Ucraina.
Abbiamo deciso di agire!

Nel 1997, all'epoca avevamo 17 anni, c’erano quattro giovani decisi a trovare un Partito Comunista e diventare comunisti per restituire l'antica grandezza alla propria Patria, l'orgoglio e la dignità ai loro genitori lavoratori. Ci siamo allora rivolti ai nostri compagni nel Partito Comunista dell'Ucraina (KPU), che ci hanno detto che era necessario un anno per unirsi ai ranghi dei comunisti, in quell’anno saremmo diventati maggiorenni e avremmo raggiunto l’età minima per l'adesione ufficiale, e che bisognava leggere molti libri e prendere coscienza della dottrina marxista – leninista. Solo lì (nel partito) ci siamo resi conto che diventare un membro del Partito Comunista non significa ancora diventare un vero comunista! Essere comunista è un duro lavoro di conoscenza e sviluppo personale!
Grazie al destino, all'autoeducazione e alla consapevolezza della lotta di classe, siamo diventati membri del Partito comunista ucraino, iniziando il nostro viaggio, il percorso dei comunisti!
Nel 2004, siamo entrati in un Istituto per ottenere finalmente un'istruzione superiore, perché avevamo già 24 anni, prima non potevamo farlo a causa della povertà: praticamente tutta l'istruzione in Ucraina è a pagamento. Anche per l'istruzione gratuita è necessario pagare una «tangente» a funzionari e insegnanti. In Ucraina, anche se sei un genio, senza corruzione e bustarelle, non puoi conseguire un'istruzione superiore. Dopo tre anni di studio, siamo stati espulsi dall'Istituto per opinioni comuniste e per aver partecipato al movimento studentesco «contro la corruzione» di cui eravamo leader. Siamo stati costretti a trasferirci in un altro istituto, dove ci siamo laureati con successo. Nel 2013, abbiamo aperto la nostra attività e siamo entrati nella scuola di specializzazione, dove abbiamo studiato per un anno (dopo aver superato tutti gli esami con il massimo dei voti), ma anche in questo caso siamo stati espulsi per aver espresso posizioni comuniste e svolto attività antifasciste dopo il colpo di stato neonazista del 2014 a Kiev. Quando iniziò la repressione anticomunista, la nuova giunta Ucraina ci offrì un accordo: rinnegare pubblicamente le posizioni comuniste, le attività antifasciste e calunniare il Partito Comunista. In cambio ci offrirono la riammissione, come pentiti, alla scuola di specializzazione, e assicurato che avrebbero lasciato in pace la nostra azienda. Abbiamo categoricamente rifiutato queste proposte vergognose e umilianti e abbiamo perso tutto. Accettiamo la lotta e scegliamo la lotta, forse anche senza possibilità di vincere.

Come in gioventù abbiamo perso di nuovo tutto, compresi i mezzi di sussistenza. Ma era diverso, eravamo già comunisti e sapevamo come combattere, dato che Mikhail Kononovich era il capo del Komsomol dell'Ucraina, Unione giovanile dei leninisti comunisti ucraini (LKSMU) e vice capo del «Comitato antifascista dell'Ucraina» (AFKU), Alexander Kononovich primo vice capo dell'AFKU e redattore capo di tre siti comunisti e di un giornale stampato in Ucraina. E già nello stesso anno 2014, nel bel mezzo delle battaglie nel Donbass, nell'ambito dell'azione «Komsomol per la pace», io e i miei compagni, per primi, fra tutte le organizzazioni e partiti politici in Ucraina, andammo nel Donbass immerso nella guerra, a Lugansk, portando aiuti umanitari all'orfanotrofio per bambini disabili. Teniamo una conferenza stampa e ci rivolgiamo alle autorità ucraine per fermare immediatamente la guerra e sederci al tavolo dei negoziati. Dopo questo viaggio e il rifiuto di militare tra i ranghi comunisti, le nostre vite si sono trasformate in un inferno. L’SBU( il servizio di sicurezza dell'Ucraina) e i neonazisti sotto il loro controllo, hanno pubblicamente iniziato a darci la caccia, in una specie di versione ucraina dell’ «Operazione Condor», e la Procura ha avviato 4 provvedimenti penali per ciascuno di noi.
A partire dal 2014 in Ucraina, con l'omicidio del nostro compagno diciassettenne membro del Komsomol Vadim Papura, a Odessa, il 2 maggio, sono iniziati omicidi senza precedenti in Europa: rapimenti, punizioni illegali, pestaggi all'opposizione comunista e ai leader antifascisti da parte di «squadroni della morte» controllati dalla SBU.
Contro di noi, me e mio fratello,ad opera degli "squadroni della morte" testati dagli Stati Uniti in America Latina attraverso la CIA, ci sono stati 34 attacchi e percosse, più di 200 attacchi contro i nostri compagni, molti dei nostri uffici sono stati bruciati e centinaia di nostri compagni sono stati gettati in prigione o eliminati.

 Ma ciò non poteva spezzarci e indebolire le nostre lotte. Abbiamo tenuto manifestazioni antifasciste contro la guerra presso l'Ambasciata degli Stati Uniti e dell'Unione Europea a Kiev, vicino all'amministrazione presidenziale e al Parlamento ucraino.
Nel marzo 2022, con l'inizio della guerra in Ucraina, siamo stati rapiti dalla SBU e tenuti 4 giorni nel seminterrato, picchiati, pestati a sangue come animali, naso e costole rotte, eravamo praticamente mutilati. Volevano che confessassimo un crimine inesistente e diffamassimo i nostri compagni comunisti e antifascisti. Ma non abbiamo ceduto! Per due mesi non ci hanno permesso visite di avvocati e medici, ci hanno nascosto, affinchè nessuno ci vedesse in quello stato, né il mondo né 'Europa hanno scoperto come ci hanno trattato. Non siamo stati uccisi solo perché i nostri compagni, anche in Europa, hanno sollevato uno scandalo sulla nostra scomparsa (dobbiamo loro la vita). In prigione, le autorità ucraine hanno cercato di spezzare la nostra volontà e per questo siamo stati tenuti in isolamento in condizioni disumane. Non siamo stati nutriti per una settimana, non ci è stato permesso di lavarci, solo dopo 20 giorni ho ricevuto la mia prima saponetta e ho bevuto il tè caldo. Non ci è stato permesso di comunicare con la famiglia e persino con un avvocato, eravamo in condizioni peggiori rispetto alle carceri dell'ISIS (Stato Islamico). Spesso gli investigatori venivano offrendoci un «accordo »: ammettere una colpa inesistente e calunniare i compagni del Partito Comunista e del movimento antifascista. Dopo il nostro ennesimo rifiuto, siamo stati gettati nella cella dagli assassini per farci picchiare, ma anche gli assassini si sono rivelati più nobili del regime ucraino e non si sono prestati al gioco.
Siamo rimasti in prigione per 8 mesi, in condizioni terribili e stiamo affrontando una condanna che va da 15 anni all'ergastolo, ma non siamo assolutamente colpevoli e tutti lo sanno. La nostra unica colpa è che siamo comunisti e antifascisti!
Continuiamo la lotta, non ci arrenderemo mai, perché i comunisti non si arrendono!

I fratelli comunisti Kononovich

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