I bambini, veri ambasciatori della Bielorussia in Italia: intervista al console onorario Francesco Milasi

di Katia Albini 

Come sono nati i rapporti tra Italia e Bielorussia, e che destino li attende?
Lo abbiamo chiesto a chi, questi rapporti, li ha coltivati con cura per decenni: Francesco Milasi, console onorario della Repubblica di Bielorussia per Calabria e Sicilia.

In tutti questi anni come si sono sviluppate le relazioni tra Italia e Bielorussia e, secondo lei, qual è il momento in cui hanno iniziato a vacillare?

Già  alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, conseguentemente alla immane tragedia di Chernobyl, la Bielorussia comincia ad essere posta all’attenzione dei nostri media e dell' opinione pubblica Italiana. Prima del 1986 era solo qualche vaga reminiscenza storica e geografica. Il grande cuore degli Italiani ha fatto sì che decine di migliaia di bambini di quel Paese contaminato venissero ospitati nelle nostre famiglie, soprattutto  nel periodo estivo per una vacanza di ristoro e risanamento terapeutico, tenendoli lontani da terre, aria e cibo contaminati dalle radiazioni. In un crescendo continuo, fino a tre anni fa, è stata come una gara dell’accoglienza. In questi decenni sono nati affetti, relazioni sociali e culturali. Questi bambini sono stati i veri ambasciatori della Bielorussia in Italia e nel mondo. Possiamo tranquillamente sostenere che da una tragedia è nata una grande amicizia tra Italia e Bielorussia, almeno fino a quando motivi estranei a tutto questo non ne hanno deteriorato le relazioni fino a interromperli quasi del tutto. Mentre l’amore rimane intatto tutto quello che si era costruito intorno(relazioni politiche,economiche, sociali) si è praticamente interrotto se non dissolto.
Dopo i fatti di Maidan del 2014 a Kiev, in conseguenza dei quali è stato fatto cadere il Governo legittimo e democraticamente eletto di  Yanukovyc, la superpotenza che si ostina a voler essere “il re del mondo”,  capito che si poteva tentare una spallata anche con la Bielorussia, ha dato una forte accelerazione alla delegittimazione del suo Presidente.  Piano piano ed in un costante crescendo, la contestazione dei risultati elettorali portavano gli USA e la  UE a delegittimarlo ulteriormente  fino a fomentarne la piazza (come a Maidan) quando non finanziando direttamente i fomentatori (come ormai è conclamato abbia fatto la CIA in Ucraina con la sua corrotta capopopolo Timoshenko). Questo succedeva in Bielorussia tre anni fa nelle piazze di Minsk soprattutto. 
Nei piccoli centri e nelle campagne la popolazione è rimasta pressocchè calma e tranquilla o indifferente.
La narrazione della   Bielorussia sui nostri media è stata, ed è, quella di una dittatura spietata, di uno Stato canaglia e comunista. Vero è che la Bielorussia rimane uno Stato dove ancora vigono alcune strutture portanti del sistema comunista (scuola, sanità, trasporti, cultura saldamente in mano pubblica ) mentre in tante altre attività economiche vige la libera iniziativa privata. A titolo semplificativo cito il sistema dei trasporti pubblici individuali privati. Non c’è il monopolio dei taxi, le licenze sono libere. Anche le compagnie  Uber e Yandex operano liberamente: chiami il numero o ti colleghi alla loro app e ti dicono fra quanto verranno a prelevarti e quanto ti costa la corsa. La sera specialmente davanti ogni locale pubblico c’è una fila di taxi che attende. Questo significa che con pochissimi euro puoi spostarti da un capo all’altro della capitale Minsk (grande quanto o più di Roma). Con buona pace delle tue tasche, della tranquillità e sicurezza propria e di tutti. Praticamente non conviene possedere l’auto con un sistema integrato formidabile come questo. Ma potrei citare tantissimi altri esempi che fanno della Bielorussia un esempio di modernità e di eccellenza di integrazione tra pubblico e privato.
Nel decennio scorso sembrava iniziare un certo disgelo nei rapporti tra UE e Bielorussia, specialmente con l'Italia, tanto che il presidente Berlusconi si è recato in visita ufficiale a Minsk e il presidente Lukashenko è stato ricevuto a Roma dal presidente Mattarella e da Papa Francesco. Proprio nel momento di massima apertura tra la Bielorussia e l’Europa (la qualcosa non garbava assolutamente alla Russia di Putin che cominciava a ricalcitrare pesantemente nei confronti di Lukashenko) ecco che iniziano gli scioperi di Minsk, certamente fomentati anche da forze straniere, buttando ineluttabilmente la Bielorussia tra le braccia protettive di Putin. Dopo di che siamo ai nostri giorni con le gravi sanzioni e tutto il resto che è sotto i nostri occhi, impedendo tra l’altro una normale e vitale possibilità di viaggiare e far circolare persone e cose come fino a tre anni fa. Chi subisce la peggio sono  i bambini di Chernobyl che sono impediti dalla umana Europa ed Italia a poter venire ad abbracciare le loro famiglie italiane. Non per fare gratuite distinzioni, ma che differenza c’è tra i bambini ucraini cui spalanchiamo giustamente le nostre porte e quelli bielorussi cui le sbattiamo sonoramente in faccia? Una domanda che non riceverà mai risposta dai governanti Ue e tanto meno italiani, dimostrando ancora una volta la loro distanza ed indifferenza al sentimento e pensiero dei loro rappresentati. 

Qual è il settore che maggiormente ha risentito delle sanzioni che l'UE ha imposto alla Bielorussia, e che effetto hanno avuto sulle relazioni tra i due paesi?

Indubbiamente l’interscambio tra i due Paesi è molto diminuito e continua anche grazie alle cosiddette triangolazioni. Nei primi dieci mesi del 2022 l’Italia ha esportato in Bielorussia beni per duecento milioni di Euro (Eurostat) e la Bielorussia ha esportato in Italia beni per quarantadue milioni, una cifra più che dimezzata rispetto l’anno precedente. Le attività bancarie e transazioni finanziarie arrancano e persino trasferire le rimesse dei lavoratori bielorussi in Italia risulta molto problematico, difficile se non impossibile. Con i voli diretti sospesi viaggiare è diventata una vera odissea, la qual cosa impedisce una parvenza di normalità di interscambio. 
Naturalmente l’Italia, essendo legata al carro UE e USA, ne deve seguire la condotta tracciata di ostracismo assoluto. Auspicavamo che con il cambio di Governo qualcosa potesse cambiare, almeno nel campo umanitario, ma nulla appare di nuovo rispetto al precedente. Rimane in piedi solo qualche isolata presa di posizione di alcuni parlamentari che continuano a tenere un lumicino acceso sperando che questo tenue filo non si interrompa e possa essere foriero di nuovo clima in un prossimo immediato futuro.

Nella sua carriera lei si è fatto promotore del progetto di ospitalità dei bambini vittime di Chernobyl. Come si è sviluppato il progetto negli anni e quanto ha contribuito all'amicizia tra Italia e Bielorussia?

Ho già tracciato prima l’insorgere e l’esplosione dell’accoglienza dei bambini nelle nostre famiglie. A questi bambini è da iscriversi la conoscenza del loro Paese in Italia, i veri primi ambasciatori sono stati loro. Parecchi di loro sono stati adottati da famiglie Italiane ,altri sono rimasti per lavoro, hanno imparato la nostra lingua e conosciuto la nostra cultura, quelli che sono tornati e vivono in Bielorussia non hanno dimenticato e mai dimenticheranno i loro genitori e fratelli italiani e tanto meno quella che chiamano la loro seconda Patria.
Questo continuerà per sempre,è un cemento che nessun cieco e sordo Governo potrà mai minimante scalfire. Non smetterò mai di urlare ai vari governi, che si stanno succedendo di volta in volta in Italia, che il loro cinismo ed ottusità mal si confà con quello che tutti noi Italiani sentiamo. Se un Governo è insensibile e non intercetta e dà seguito al mandato che gli elettori gli hanno assegnato, che Governo democratico è? Anche questa potrebbe configurarsi come una dittatura, più ipocrita e cinica di altre perché imprigiona i sentimenti più nobili dell’animo umano

Pensa che le relazioni con la Bielorussia siano importanti per il nostro paese? Nel governo italiano c'è la volontà di salvaguardare tutto ciò che è stato costruito in questi decenni?

Tenuto conto delle enormi differenze di potenzialità economica che intercorrono tra i due Stati, appare evidente che per noi la Bielorussia non è rilevante sotto l’aspetto dell’interscambio. Se non importiamo legname, fertilizzanti o mangimi dalla Bielorussia l’Italia avrà un impatto negativo minimo. Più interessante per le nostre aziende, visto l’appeal che il made in Italy riveste in Bielorussia, come nel resto del mondo, sarebbe stato lo sviluppo di distretti industriali, già posti in esser tra l’altro, che avrebbero di molto favorito la produzione in loco di prodotti che avrebbero avuto facile commercializzazione in Bielorussia ed anche oltre. Si era andati ben avanti al riguardo ma allo stato attuale è tutto saltato in aria. Chi potrebbe salvaguardare quanto iniziato e portato avanti in questi decenni, anche in quel poco di import-exporto avviato e portato avanti? Ha lei un nome, un Ministro da suggerirmi?
“Ah serva Italia…” mi verrebbe da dire come padre Dante molti secoli addietro.

Parliamo della situazione internazionale: Come dovrebbe relazionarsi il nostro governo, nei confronti della Bielorussia, per contribuire alla risoluzione del conflitto in corso?

Appare ed è evidente che l’Italia come parte  terza e possibile attrice di azioni pacificatrici è improponibile. Allo stato delle attuali politiche di appiattimento sulle posizioni USA, il vero competitor con la Russia, nel conflitto attuale nessuna credibilità di attrice di pace può essere ascritta all’Italia. Mi ripeto sostenendo che mi sarei aspettato un cambio di passo nella politica estera del Governo Meloni, anche piccolo o timido, ma ci ritroviamo falchi più falchi di quelli di prima. 
Ma ,tant’è, le conseguenze le stiamo pagando noi Italiani, e le pagheremo ancora più andando avanti così. Il prossimo 5 febbraio ci sarà il clik off dei prodotti petroliferi Russi e la chiusura della raffineria di Priolo in Sicilia. Ne vedremo, purtroppo come facilmente immaginabile, ancora delle belle facendoci ulteriore più male.
Come andrà a finire? Lo decideranno gli USA quando sarà il momento di smetterla. L’Ucraina, al di là delle letture romantiche e idealiste del conflitto, è l’utile idiota di un gioco più grande di lei  e con un Governo che sta facendo, e farà, man bassa delle enormi masse di dollari che gli USA e la UE stanno dirottando sotto forma di sostegno umanitario ma in realtà come prezzo da pagare per essersi prestati al loro gioco.  A noi Italia il cruccio, o il rimpianto, di avere bruciato il grande potenziale di credibilità che nel tempo ci eravamo conquistati con la Russia ed una crisi economica che stiamo subendo e subiremo per molto tempo ancora. Ritengo che lo stesso stia succedendo nei rapporti che abbiamo con la Bielorussia anche se con toni più dimessi e meno esacerbati.


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