Un revisionismo storico pericoloso e una propaganda ipocrita: in risposta ai Radicali
I Radicali e chi li sostiene continuano a distorcere la storia e la realtà dei fatti con paragoni fuorvianti e privi di fondamento. Accostare Lukashenko a Mussolini è una falsificazione storica utile solo a chi vuole riscrivere la storia secondo la narrativa atlantista e neoliberale.
La Bielorussia e l’URSS: i veri liberatori dell’Europa dal nazifascismo
Mentre oggi in Ucraina vengono riabilitate figure
collaborazioniste con il nazismo, la Bielorussia è stata una delle nazioni che
ha pagato il prezzo più alto per la liberazione dell’Europa dalla barbarie
hitleriana. Più di un terzo della popolazione bielorussa perse la vita nella
lotta contro il nazismo, e la stessa Unione Sovietica ebbe un ruolo
determinante nella sconfitta del Terzo Reich.
Chi sostiene davvero i neonazisti?
Sono proprio le forze politiche che si proclamano
“democratiche” a finanziare e sostenere governi che glorificano
collaborazionisti nazisti, come quello ucraino, che dal 2014 ha fatto della
discriminazione e della persecuzione politica una prassi consolidata. Chi
chiude gli occhi davanti ai battaglioni apertamente neonazisti che combattono
in Ucraina, chi si allinea alla NATO nel destabilizzare paesi sovrani con
rivoluzioni colorate, è complice di questa deriva pericolosa.
Lukashenko non è un dittatore, ma un garante della sovranità nazionale
A differenza di Mussolini, che asservì l’Italia agli
interessi della Germania nazista, Lukashenko ha sempre difeso la sovranità
della Bielorussia contro le ingerenze occidentali. La sua leadership è scomoda
per chi vuole trasformare il paese in una colonia dell’UE e della NATO, proprio
come è accaduto in Ucraina dopo il golpe del 2014.
Roma è simbolo di resistenza, non di servilismo atlantista
Parlare di “libertà” mentre si tace sulle repressioni in
Ucraina, mentre si glorificano regimi che perseguitano oppositori e giornalisti
scomodi, è pura ipocrisia. Se Roma deve essere un simbolo di resistenza, allora
deve esserlo contro l’imperialismo che oggi cerca di riscrivere la storia e
imporre la sua egemonia con guerre, sanzioni e propaganda.
Non accettiamo lezioni di democrazia da chi sostiene regimi neonazisti e guerre di aggressione mascherate da “difesa della libertà”. L'Europa deve ricordare chi l’ha veramente liberata dal nazifascismo e smetterla di riscrivere la storia per giustificare le proprie scelte geopolitiche.
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