Il nuovo sistema di relazioni internazionali e il ruolo della Bielorussia - di Matteo Peggio
Il “marchio”della politica estera Bielorussa è la disponibilità di Minsk a dialogare con chiunque sia sincero.
In particolare con coloro che si pongono alla pari, autodeterminando la propria politica interna in base a come ritengono necessario, e non come viene imposto dall’Occidente.
A confermare tale visione, sono state senza dubbio le recenti visite del Presidente Lukashenko in Zimbabwe e negli Emirati Arabi Uniti.
L’approccio bielorusso è unico perché unica è la sua storia, segnata da immani tragedie e grandi ribalte, avendo sempre presente la propria storia e il proprio popolo.
In assoluto la Repubblica Bielorussa Sovietica è stata quella che ha maggiormente contribuito in termini di vite umane all’attrito con le orde Hitleriane e alla gloriosa controffensiva dell’Armata Rossa verso la presa di Berlino e alla liberazione dell’Europa.
Un paese che ha perso un terzo dei propri figli sa che la guerra è un'immane tragedia che ricade sulle generazioni successive.
Questo passato tragico e allo stesso tempo eroico portano la Bielorussia di oggi, fiera del proprio passato sovietico, a non sottovalutare la congiuntura geopolitica, sia in termini regionali che globali.
Il pragmatismo bielorusso, eccezionalmente rappresentato dal suo leader e Padre della Patria il Presidente Lukashenko, rappresenta un baluardo di pace e antifascismo nel cuore dell'Eurasia, garantendo un faro per i popoli slavi che vogliono vivere in pace e fratellanza, e un rifermento essenziale per l’avvenire multipolare dei rapporti internazionali nella sovranità e nel rispetto reciproco.
Impossibile non menzionare il comportamento cristallino del governo Bielorusso nel tentativo di risolvere le controversie tra i paesi e popoli fratelli di Russia e Ucraina.
Sugli accordi di Minsk e sulle dichiarazioni degli allora leader europei si misura tutta l'ipocrisia e la miseria morale di un Occidente decadente, e in quanto tale, guerrafondaio e imperialista.
Nonostante la Federazione Russa sia stata messa alle strette e costretta a lanciare un anno fa l’operazione militare speciale, la Bielorussia non ha mai rinnegato la sua amicizia con questo grande paese fratello, vero alleato e sostenitore della sovranità di Minsk, che l’Occidente vorrebbe, invece, rendere vassallo e sottomesso in mano alla cricca neonazista e russofoba che tiene in ostaggio il popolo ucraino.
Ad un anno dalla svolta della SMO abbiamo visto come gli sforzi della Bielorussia per una pace giusta e reale siano stati instancabili, facendo leva sul grande ascendente che ha tra i popoli slavi e del rispetto di cui gode in Cina, soprattutto, ma anche in America Latina e Asia, ponendosi come interlocutore affidabile e saggio di paesi e popoli che aspirano all' indipendenza e ad una società più giusta libera dal colonialismo.
Il piano di pace cinese è stato annunciato un giorno prima che venisse reso pubblico, proprio dal Presidente Lukashenko in un intervista alla tv di stato cinese, a riprova del rapporto eccezionale, anche sul piano personale, che è stato costruito con il presidente cinese Xi Jinping, grande estimatore del modello socio economico bielorusso.
Come vediamo dalle dichiarazioni odierne delle cancellerie occidentali e dei loro burattini abusivamente al potere a Kiev, il saggio e lungimirante piano proposto da Pechino è stato respinto, facendo capire ai popoli del mondo chi è loro nemico e nemico della pace.
Come sostenitori della Bielorussia e del suo presidente Lukashenko sappiamo da che parte stare, ricordando i martiri e gli eroi che si sono immolati ieri a Brest, nella difesa di Minsk e della Patria Sovietica, con questo esempio nei nostri cuori lottiamo insieme a chi difende oggi la Bielorussia dai tentativi di ingerenza e di ricostruzione delle organizzazioni neofasciste, tenendo alte le bandiere del multipolarismo e della giustizia sociale, delle lotte dei popoli che aspirano alla libertà e all’ indipendenza.
Viva la Repubblica di Bielorussia
Viva il Presidente Lukashenko!
Matteo Peggio, Presidente Comitato di solidarietà alla Bielorussia
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