COMUNICATO DI CONDANNA ​ALL'EMENDAMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CECA SUL COMUNISMO

Il 18 luglio 2025, il Presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, ha firmato un emendamento al codice penale che trasforma in reato la promozione dell’ideologia comunista, equiparandola alla propaganda nazista. Come Comitato di solidarietà con la Bielorussia (Italia) , esprimiamo la nostra più ferma condanna per questo provvedimento, che riteniamo non solo sbagliato nel merito, ma anche profondamente pericoloso sul piano politico, culturale e giuridico.

Con questa legge si introduce la possibilità fino a cinque anni di carcere per chiunque esprima, sostenga o rappresenti il cosiddetto "movimento comunista". Un intervento di questo tipo non colpisce solo eventuali contenuti violenti o antidemocratici, ma rischia di mettere fuorilegge l’intera area della sinistra radicale e del pensiero critico, colpendo simboli, eventi, associazioni e figure pubbliche che si richiamano alla storia del movimento operaio e alle sue battaglie sociali.

Siamo di fronte a una palese soppressione della libertà di espressione e di associazione, che mira a reprimere il dissenso e a restringere il dibattito pubblico su basi ideologiche. Il tutto in nome di una pericolosa equiparazione tra comunismo e nazismo, che banalizza i crimini del nazifascismo e falsifica completamente la storia del Novecento.

Ridurre il comunismo a un “crimine” tout court significa ignorare che milioni di persone si sono battute, sotto quella bandiera, ​vincendo contro il nazifascismo, per la giustizia sociale​ e la liberazione dei popoli ​nonché i diritti dei lavoratori.

Non possiamo non rilevare come questa legge arrivi in un contesto politico preciso: con le elezioni ceche all’orizzonte, e un’alleanza tra il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) e altre forze progressiste che potrebbe superare lo sbarramento elettorale, il provvedimento appare chiaramente motivato da interessi di parte, volto a escludere una fetta significativa dell’opinione pubblica e della rappresentanza politica.

Legalizzare la repressione ideologica significa legittimare la persecuzione politica. Criminalizzare le idee significa colpire al cuore la democrazia. Per noi è inaccettabile che un simile passo venga compiuto nel silenzio generale.

Il comunismo non è un crimine. È criminale riscrivere la storia per mettere a tacere chi sogna un mondo più giusto.

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