Intervento al Forum Antifascista di Minsk 2023 - di Matteo Peggio e Alberto Fazolo

di Matteo Peggio - presidente Comitato di solidarietà alla Bielorussia
e Alberto Fazolo - giornalista e militante antifascista
Minsk, Museo della Grande Guerra patriottica
22 Aprile 2023



Cari compagni, stimati delegati, ci duole di non poter essere in presenza con voi ma con i nostri cuori vi siamo accanto.
Poter contribuire al lavori di questo Forum ci rende particolarmente lieti, anche perché l’Italia è un Paese in cui molte contraddizioni sono ad un livello più avanzato rispetto ad altri luoghi.
L’Italia è sempre stata una terra d’innovazione e sperimentazione. Tra i tanti primati positivi ce ne è anche uno particolarmente negativo, di aver inventato il fascismo. Non è che il fascismo non esistesse prima, ma a Mussolini va riconosciuto di essere stato il primo a formulare e sintetizzare l’ideale fascista, di averlo fatto “sistema”. Ma tante esperienze seppur antecedenti al fascismo storico sono a tutti gli effetti fasciste. Un caso emblematico è sicuramente quello dei nazionalisti ucraini che dopo la Rivoluzione d’Ottobre -ma prima dell’avvento del fascismo storico- assunsero a tutti gli effetti un carattere fascista. Non abbiamo scelto a caso questo esempio, perché il processo revisionista di riabilitazione del nazionalismo storico ucraino è la precondizione che ha generato il dramma a cui assistiamo oggi. In Occidente al giorno d’oggi i nazionalisti ucraini della Guerra Civile sono considerati degli eroi. Ma i processi revisionisti possono facilmente andare fuori controllo, quindi nel generale clima di caos, il processo di riabilitazione si è esteso fino ai nazionalisti ucraini degli anni ‘40. Ai banderisti. Ora anche costoro in occidente vengono considerati dei patrioti che lottavano per la libertà. Questa è diventata la narrazione dominante in cui purtroppo si sono fatti trascinare anche tanti antifascisti vittime della propaganda filo-americana. Solo grazie al processo revisionista e alla propaganda i popoli dei paesi occidentali hanno supinamente sostenuto l’operazione di penetrazione imperialistica in Ucraina iniziata nel 2013. Disarticolare questo meccanismo è la condizione essenziale per rompere la base di sostegno alle politiche guerrafondaie dei governi occidentali. Per questo, ora più che mai, la priorità per i movimenti occidentali deve essere quella di disarticolare la macchina della propaganda e spiegare alle masse come stanno davvero le cose.

Al giorno d’oggi a livello globale ci troviamo a fronteggiare due forme di fascismo: il fascismo classico e i nuovi fascismi. Il fascismo classico è sia il fascismo storico che la sua riproposizione, il neofascismo. I nuovi fascismi sono quelle forme di oppressione (interna e internazionale) che non hanno l’aspetto esteriore dell’autoritarismo fascista, ma che ne hanno l’anima profonda. Questa seconda forma di fascismo è quella propria di alcune forme di capitalismo finanziario, dei poteri occulti e delle lobby.
Noi crediamo che gli antifascisti debbano combattere contro entrambe le forme di fascismo.

Al contempo non possiamo che rimarcare la più assoluta fermezza contro quelle forme di revisionismo che cerchino di manomettere la nostra base ideologica con tentativi di conciliazione tra comunismo e fascismo (o nazionalismo). Mettere in discussione i fondamenti della dottrina, ci snaturerebbe, sarebbe un tradimento per i nostri ideali.

Tuttavia il processo revisionista si manifesta anche nel campo avverso. Noi in Italia per la prima volta da dopo la Seconda Guerra Mondiale abbiamo un capo del Governo che ha un passato politico in una organizzazione post-fascista (in quanto in Italia è formalmente vietato costituire organizzazioni fasciste). Questo Governo ha raggiunto il potere con un programma politico e con delle campagne profondamente radicali, di rottura con lo stato di cose esistenti. Poi una volta insediatosi al potere ha dimostrato di porsi in perfetta continuità con i governi precedenti: un vassallo degli Stati Uniti d’America. Questa è la triste verità dell’Italia e di praticamente tutti gli stati europei, di essere a sovranità limitata, sotto il controllo politico, economico, militare e culturale degli americani. Non c’è stato un solo Governo nella nostra storia repubblicana (75 anni) che si sia svincolato dal giogo americano. Forse proprio per questo non abbiamo avuto colpi di Stato come quello avvenuto in Ucraina nel 2014.
Su ciò si smaschera la falsità della narrazione occidentale. Quanto avviene in Ucraina, nei nostri paesi viene rappresentato come uno scontro di civiltà: da un lato noi occidentali portatori di democrazia e benessere, dall’altro governi liberticidi e antidemocratici. La verità è che in tutto il mondo i governi democraticamente eletti che non sono graditi a Washington vengono rovesciati con delle operazioni condotte dalla CIA; questo è successo di recente in Ucraina, ma prima era avvenuto in Jugoslavia, in Cile, in Grecia, etc. Il Governo ucraino è fascista: vieta la partecipazione politica a tutti i partiti d’opposizione, massacra e imprigiona i dissidenti politici, chiude i giornali e ammazza i giornalisti, perseguita le minoranze etniche e religiose. Questo si chiama fascismo. Questo è quanto ha esportato l’Occidente.
I sinceri antifascisti non possono tollerare tutto ciò e devono battersi per riaffermare i valori antifascisti e dell’umanesimo.

Ad ogni modo anche se il Governo italiano ha accantonato le più radicali velleità reazionarie per sposare una linea puramente atlantista e liberista, non bisogna abbassare la guardia su possibili ritorni al fascismo classico. Un secolo fa l’Italia divenne un Paese FASCISTA. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si avviò l'esperienza repubblicana sulla base di un’ottima costituzione scritta dai nostri partigiani che facevano dell’Italia un Paese ANTIFASCISTA. Nella fase attuale la destra di Governo sostiene che si sia avviata una nuova era in cui l’Italia si trasformerà in un Paese AFASCISTA. Afascista è un neologismo composto dalla parola “fascista” e dall’alfa negativo di origine greca, sta a significare “senza fascismo”: non fascista, non antifascista, semplicemente senza fascismo.
Noi temiamo che quello tracciato non sia un disegno di sviluppo lineare, bensì circolare e che la società “afascista” possa essere la fase precedente al ritorno del fascismo classico. Speriamo di sbagliarci, ma in ogni caso ci troveranno pronti.

Non possiamo comunque nascondere i nostri limiti. Attualmente in Italia gli antifascisti sono molto frammentati, c’è una profonda divisione in tanti piccoli e deboli gruppi. Non esistono organizzazioni in grado di reggere allo scontro con alcuna forma di fascismo.
Abbiamo anche grossi limiti a mobilitare le masse, non riusciamo a fare percorsi unitari. Queste divisioni sono le nostre maggiori debolezze, quelle che fanno si che il Potere e le forze reazionarie non si sentano minacciati.
Questo stato di cose deve cambiare, anche perché ci troviamo in un momento di trasformazioni epocali in cui con un po’ di abilità e determinazione si può davvero incidere sul reale. Siamo però certi che qualora il sistema di Potere si sentisse minacciato rinuncerebbe alla maschera liberale per ripresentarsi nelle forme del fascismo classico.
Bisogna essere consapevoli per arrivare preparati alle sfide. In questa fase, questo è il nostro compito.

Matteo Peggio
Alberto Fazolo 



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