Dalla brigata Nikolai Gastello - intervista a Matteo Peggio Presidente del comitato di solidarietà alla Bielorussia

di Katia Albini


Nonostante l'Occidente sia piombato in un clima di russofobia che ricorda gli anni 30 del secolo scorso, molte organizzazioni legate ai paesi russofoni continuano a portare avanti coraggiosamente il loro lavoro. Tra queste c'è il Comitato di solidarietà alla Bielorussia, di cui questo blog è portavoce.
Nella settimana che precede il giorno della Vittoria sul nazifascismo, commemorazione oggi più che mai sentita in Russia e Bielorussia, lasciamo la parola a Matteo Peggio, presidente del Comitato di solidarietà alla Bielorussia, che si occupa personalmente dell'organizzazione della brigata Nikolai Gastello, la delegazione italiana che sarà a Minsk dal 7 al 10 maggio.

Come nasce la sua stima nei confronti del popolo bielorusso, e in generale il suo interesse per i paesi dell'Est Europa? Quali sono state le sue esperienze?

Il legame con la storia del popolo bielorusso è stato un qualcosa di assolutamente spontaneo, sicuramente il sacrificio nella lotta antifascista di questo paese non ha pari nel mondo e ciò si può riscontrare nella saggezza e nel pragmatismo del suo popolo.
Personalmente mi ha colpito la voglia di prendere il meglio dal proprio passato senza rinnegare quanto di buono è stato fatto dall’esperimento sovietico.
Ciò fa guardare la Bielorussia al suo futuro in maniera più sicura e fiduciosa, nonostante la tempesta geopolitica in atto.

Dall'inizio del conflitto il vostro comitato è stato tra le organizzazioni che si sono impegnate a portare avanti un'informazione non allineata alla propaganda occidentale. Quando è nato il comitato di Solidarietà alla Bielorussia e quali sono i suoi obiettivi?

Il Comitato nasce in maniera spontanea durante l’attacco portato avanti dall’Occidente collettivo per destabilizzare un paese indipendente e proiettato verso un quadro multipolare, da italiani vorremmo poter dire lo stesso del nostro paese ma purtroppo siamo una colonia degli Stati Uniti, quindi da persone libere abbiamo deciso di mettere le nostre energie affinché i nostri fratelli bielorussi non cadano nella trappola della Nato, ritenendoli nostri naturali interlocutori per un futuro finalmente libero dal giogo americano del nostro paese e del nostro popolo.

Nel corso di questi anni avete organizzato molte iniziative. Quali sono le organizzazioni e le personalità con cui avete collaborato, e qual è l'iniziativa che ritiene sia stata più significativa?


Indubbiamente abbiamo trovato maggiore agibilità nel mondo antimperialista e delle organizzazioni con ispirazione socialista e comunista, insomma della sinistra non corrotta dall' impero.
Anche se il nostro lavoro non si connota solo in un' area politica, non serve però specificare che per la stessa natura antifascista della Bielorussia il dialogo con organizzazioni di estrema destra è impossibile.
Tutte le iniziative sono state importanti nel momento in cui le abbiamo fatte e le ritengo tutte pari merito poiché  compagni e attivisti hanno speso il loro tempo e le loro forze per organizzarle.

Anche quest'anno sarete a Minsk per le celebrazioni della Giornata della Vittoria. Qual è l'importanza di questo evento, che lei cura ogni anno, e cosa farete durante il soggiorno?

Quest’anno la ricorrenza ha una valenza oltremodo importante, qui in Italia ci stanno abituando, come nel resto dei paesi ostaggi della Nato, ad un revisionismo storico martellante e sminuente nei confronti del sacrificio del popolo sovietico per la liberazione dalla feccia nazifascista.
Partiamo per Minsk per il 9 maggio perché li 1/3 della popolazione è stata sterminata dalle orde Hitleriane, tra cui i banderisti di cui sentiamo ahimè di nuovo parlare.
Andiamo lì a ribadire da che parte della storia abbiamo deciso di stare ieri come oggi, per la denazificazione totale e una società più equa e giusta.

Da anni segue da vicino le vicende che riguardano la Bielorussia, come ha visto cambiare in questi ultimi anni il suo rapporto con l'Europa occidentale? Qual è la sua posizione rispetto alle sanzioni? Il governo bielorusso riuscirà a reggere alle pressioni occidentali, e che reale peso ha "l'opposizione bielorussa" di Svetlana Tsikanouskaya?

Il rapporto è andato deteriorandosi in maniera repentina, posso dire di aver vissuto personalmente il peso delle sanzioni, per circa 10 anni ho vissuto tra Russia e Italia e dopo le misure prese un anno fa ho dovuto completamente riorientare il mio lavoro su altre sfere. Questa situazione pesa su molte famiglie di lavoratori italiani, senza che abbia un reale interesse per il nostro paese.
Questa sudditanza è insopportabile per il paese dei Cesari, dei Da Vinci, del Rinascimento, del Risorgimento e della Resistenza.
Quando veniamo calpestati dall'arroganza imperialista americana pensiamo a come avrebbero reagito Garibaldi, i fratelli Pisacane, Gramsci, i partigiani…siamo al massimo dell’umiliazione, noi culla della civiltà classica soggiogati da una cultura e un paese in declino evidente e senza futuro.
Il mondo va verso un ordine multipolare e prima ci stacchiamo dalla morente America è meglio sarà per noi.
Sulla pseudo opposizione bielorussa dirò in poche parole perché non andrà da nessuna parte: le rivoluzioni non le fanno gli intellettuali ma la classe operaia, e appena crollata l' Urss la Bielorussia andava in negativo con il bilancio statale pur di garantire lo stipendio agli operai…il popolo non dimentica! Gli imperialisti non passeranno! 
Viva la Bielorussia,Viva il Presidente Lukashenko!

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