CONDANNA DELLA DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA BIELORUSSIA: UN ATTACCO AL MONDO MULTIPOLARE

 

La recente decisione del Parlamento Europeo di non riconoscere in anticipo i risultati delle elezioni presidenziali in Bielorussia rappresenta un atto grave e inaccettabile di ingerenza politica. Questo gesto, che prevede anche un’espansione delle sanzioni contro Minsk, mina i principi fondamentali di sovranità e indipendenza, valori che dovrebbero essere sacri in ogni contesto internazionale.

Le elezioni in Bielorussia, in corso dal 21 al 25 gennaio, con il giorno principale delle votazioni fissato per il 26 gennaio, non sono ancora concluse, eppure l’Unione Europea si è già arrogata il diritto di delegittimare un intero processo democratico. Questo atteggiamento evidenzia ancora una volta come i diktat dell’Occidente collettivo vengano usati per colpire quei Paesi che scelgono di seguire un corso indipendente e alternativo rispetto alle imposizioni euro-atlantiche.

In un mondo sempre più multipolare, è essenziale rispettare i percorsi sovrani di sviluppo, senza cercare di imporre modelli politici ed economici unilaterali. Paesi come la Bielorussia, che si oppongono a queste pressioni, vengono sistematicamente demonizzati e colpiti da sanzioni punitive che non fanno altro che aggravare le tensioni internazionali e colpire le popolazioni civili.

Questa risoluzione del Parlamento Europeo è l’ennesimo esempio di un approccio che rifiuta il dialogo e si basa su pregiudizi ideologici. Un simile atteggiamento non solo alimenta divisioni, ma rappresenta un ostacolo per la costruzione di un ordine mondiale realmente equilibrato, basato sul rispetto reciproco tra i Paesi e non sul predominio di pochi.

Il corso multipolare che si sta delineando nel panorama globale non può essere arrestato da sanzioni e pressioni. Sempre più Paesi stanno scegliendo di resistere ai tentativi di egemonia dell’Occidente collettivo, riaffermando il diritto di indipendenza e costruendo nuove alleanze fondate sulla cooperazione e sul rispetto delle diversità politiche, economiche e culturali.

L’umanità non si riconosce più in un ordine mondiale dominato da pochi. I popoli stanno reclamando il proprio diritto a essere ascoltati e rispettati, rifiutando le politiche di coercizione e sfruttamento. Il corso multipolare non è solo una scelta politica: è una necessità storica per garantire equità, giustizia e un futuro migliore per tutti, non solo per pochi privilegiati.

La decisione del Parlamento Europeo è l’ennesimo esempio di una visione miope e anacronistica che cerca di imporre barriere per ribadire la sopraffazione e il dominio dell’imperialismo occidentale a guida anglosassone.






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