Massimiliano Coccia: quando il giornalismo diventa propaganda
Massimiliano Coccia, con il suo tweet su X riguardante lo struscione comparso a Roma in sostegno di Lukashenko, si conferma ancora una volta un perfetto esempio di quello che accade quando il giornalismo si piega agli interessi di chi lo finanzia. È noto per le sue uscite prive di fondamento, ripetendo esattamente ciò che la schiera di pennivendoli al soldo della NATO vogliono far credere.
Non sorprende vedere come si faccia megafono di una propaganda, costruita per giustificare le peggiori politiche imperialiste, diffamando chiunque osi criticare questo sistema perverso. Con articoli e commenti che trasudano faziosità, Coccia non cerca la verità, ma lavora per alimentare una narrazione tossica, manipolando e polarizzando l’opinione pubblica. È questa la libertà di stampa che dovrebbe rappresentare? Un giornalismo schierato, piegato agli interessi di poteri che mirano a destabilizzare e legittimare guerre e oppressioni? Massimiliano Coccia non è altro che un propagandista mascherato da giornalista, e ogni sua parola è un altro tassello della sporca strategia di disinformazione che serve solo gli interessi imperialisti. Apriamo gli occhi e smascheriamo queste figure per quello che realmente sono: strumenti di propaganda al servizio della NATO e delle sue guerre sanguinarie.
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