Pëtr Mironovič Mašerov: l’uomo-era

 Questo volume è concepito come un libro della memoria dedicato al glorioso connazionale, eminente uomo politico e di Stato, candidato a membro del Politburo del Comitato Centrale del PCUS, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Bielorussia, Eroe dell’Unione Sovietica ed Eroe del Lavoro Socialista Pëtr Mironovič Mašerov.


La necessità e la legittimità di questa pubblicazione erano maturate da tempo. L’impulso diretto all’inizio del lavoro fu dato dalla serata organizzata dal Consiglio dell’autonomia nazionale-culturale “I Bielorussi di Mosca” presso la Casa delle Nazionalità di Mosca il 15 febbraio 2008, dedicata al 90º anniversario della nascita di P.M. Mašerov.

I relatori intervenuti, che lo conoscevano bene, parlarono con calore e commozione dell’indimenticabile Pëtr Mironovič. Essi portarono numerosi episodi poco noti, fatti interessanti che ricostruivano la luminosa figura di Mašerov, rivelandone il ricco mondo interiore, l’elevata spiritualità, la varietà degli interessi e delle preoccupazioni, l’attività poliedrica svolta per il bene del popolo bielorusso.

Affinché quanto ascoltato non svanisse nell’oblio, ma diventasse patrimonio della collettività, l’autore di queste righe propose di pubblicare un libro di ricordi su Pëtr Mironovič, che comprendesse le testimonianze dirette dei partecipanti alla serata e di altri contemporanei di Mašerov. Tale proposta fu accolta e si diede avvio alla concreta realizzazione dell’idea.

Dell’intenzione di preparare un libro della memoria su Mašerov furono informati anche molti di coloro che non erano presenti alla serata, ma che avevano lavorato con lui o sotto la sua guida, residenti sia a Mosca che in Bielorussia. Tutti si unirono alla preparazione di questa originale edizione.

Essa comprende i ricordi della figlia di Mašerov, Natal’ja Petrovna, della sorella Ol’ga Mironovna, dei suoi compagni di lotta partigiana e di coloro che, con il proprio lavoro e la propria intelligenza, trasformarono la Bielorussia, meritandosi la gratitudine del popolo e diventando ampiamente noti nel paese e oltre i suoi confini.

Tra coloro che hanno contribuito con le loro memorie figurano il due volte Eroe dell’Unione Sovietica, primo cosmonauta bielorusso, generale colonnello P. I. Klimuk, il cosmonauta e due volte Eroe dell’Unione Sovietica, generale colonnello V. V. Kovalënok, il generale d’armata M. A. Gareev, il presidente dell’Accademia delle Scienze della RSS Bielorussa, Eroe del Lavoro Socialista, accademico N. A. Borisevič, il celebre progettista di macchine automobilistiche, accademico ed Eroe della Bielorussia M. S. Vysockij, il noto organizzatore del movimento kolchoziano, presidente del kolchoz “Progress” nel distretto di Grodno, Eroe del Lavoro Socialista e vice-premier del Governo dell’URSS F. P. Sen’ko, il talentuoso compositore I. M. Lučenok, il noto dirigente del PCUS, membro del Politburo del CC del PCUS E. K. Ligačev, nonché i più stretti collaboratori di Pëtr Mironovič – il presidente del Consiglio dei Ministri della RSS Bielorussa A. N. Aksenov, i segretari del CC del PCB A. A. Smirnov, V. S. Ševelucha, N. I. Dementej, il ministro del commercio dell’URSS K. Z. Terech e molti altri.

I loro ricordi, accolti nel presente volume, ampliano in maniera sostanziale e determinante le conoscenze su P. M. Mašerov e sulla sua multiforme attività.

E quali uomini componevano il suo entourage! Pëtr Mironovič dava grande peso ai giudizi e all’intuizione del futuro accademico E. M. Babosov, del professor I. I. Antonovič, e di altri intellettuali, le cui memorie diventano per la prima volta patrimonio del pubblico.

Un ruolo particolarmente attivo nella preparazione di questo libro della memoria è stato svolto dal Consiglio dell’organizzazione sociale regionale “Autonomia nazionale-culturale ‘I Bielorussi di Mosca’”, e in primo luogo dal suo presidente, S. L. Kandybovič.

Alla figura straordinaria di P. M. Mašerov si rivolgono molti autori. Tra le pubblicazioni recenti spicca in particolare il libro di S. V. Antonovič, “Pëtr Mašerov. Vita, Destino, Memoria”, scritto nel genere del romanzo storico e pubblicato con il sostegno attivo dell’Autonomia nazionale-culturale federale dei Bielorussi di Russia. L’autore è riuscito a definire con sufficiente precisione il ruolo di P. M. Mašerov nella vita del popolo bielorusso come quello di un uomo capace di unire la nazione.

«Pëtr Mašerov – scrive S. V. Antonovič – fu comunista non per “funzione”, ma per convinzione e stile di vita. Era orgoglioso del suo popolo, aveva a cuore la terra in cui era nato. Ovunque abbia lavorato, qualunque incarico abbia ricoperto, ha lasciato una traccia indelebile; dappertutto si sono rivelate le sue qualità straordinarie: fedeltà alla Patria, dedizione instancabile al lavoro, cura per le persone, spirito innovatore, capacità di comprendere l’uomo e di aiutarlo, modestia nella vita quotidiana, umanità».

Eppure, molto di quanto è stato scritto finora sul leader bielorusso, uno dei personaggi più eminenti della storia nazionale, appare ancora soltanto come tratti incompleti di un ritratto – e talvolta, addirittura, come segni che ne deformano la vera immagine.

Finora non è stata preparata una biografia politica completa di Mašerov.

Nelle pubblicazioni esistenti è scarsamente rivelato il suo immenso contributo al rafforzamento del potenziale economico della repubblica, allo sviluppo della cultura nazionale, al patrimonio spirituale del popolo, alla formazione della nazione bielorussa nel suo insieme.

Anzi, si notano tentativi da parte di alcuni storici e pubblicisti di distorcere consapevolmente il senso e i risultati dell’attività di Pëtr Mironovič. Prive di fondamento e assolutamente controproducenti appaiono anche le insinuazioni volte a presentare Mašerov come una sorta di dissidente all’interno del partito e dello Stato sovietico, e a far derivare i risultati positivi del suo lavoro da una presunta opposizione alla politica del Cremlino, da un rifiuto dell’ordine e dei costumi consolidatisi nel paese.

In certi casi, distorsioni tanto spiacevoli sono dovute al fatto che gli autori non conobbero da vicino Mašerov, né si preoccuparono di raccogliere e analizzare il materiale documentario necessario. La discrepanza fra l’aspetto contenutistico e quello valutativo è, in generale, il tallone d’Achille della conoscenza storica.

Tutto ciò indica che sono necessari nuovi sforzi per uno studio a tutto tondo e obiettivo dell’opera di Mašerov, per una correzione fondata e argomentata degli errori accumulatisi nell’interpretazione della sua personalità, per lo smascheramento di ogni sorta di insinuazioni.

A nostro avviso, la pubblicazione di questo libro della memoria contribuirà, almeno in parte, al raggiungimento di tali obiettivi. È infatti difficile sopravvalutare il valore delle testimonianze di coloro che per lunghi anni lavorarono fianco a fianco con P. M. Mašerov nella sua squadra, che furono costantemente a contatto con lui sia in situazioni formali che informali, che furono testimoni della nascita dei suoi progetti, parteciparono alla loro realizzazione, furono suoi compagni di idee e co-creatori della realtà socialista.

I ricordi contengono un materiale fattuale di valore inestimabile, forniscono una chiave fondata e convincente per serie riflessioni e conclusioni su chi fu Mašerov come politico e come uomo, su ciò che lo guidava nei suoi progetti e nelle sue azioni, su quale segno egli abbia lasciato nella storia della Bielorussia. L’autore di queste righe ritiene opportuno condividere con i lettori alcune considerazioni in merito, basandosi sui materiali pubblicati nel libro della memoria, sulla propria esperienza personale di contatti con Mašerov, nonché sulla partecipazione al lavoro svolto sotto la sua guida per lo sviluppo della repubblica.

Mašerov fu un uomo politico e di Stato dell’epoca sovietica, uno dei suoi più influenti artefici, in virtù della sua alta posizione di candidato a membro dell’organo supremo del partito al potere – il Politburo del Partito Comunista dell’Unione Sovietica – e di guida del Partito Comunista di Bielorussia.

La vita di Pëtr Mironovič fu consacrata all’edificazione di una società fondata sui principi della giustizia sociale. In questa prospettiva sorge del tutto legittima la domanda: può essere data una caratteristica di Mašerov come dirigente di partito e di Stato senza una valutazione obiettiva del tempo in cui visse? Ritengo che difficilmente ciò sia possibile.

Uno dei fattori chiave del successo nello sviluppo dell’URSS, del conseguimento di profonde trasformazioni socio-economiche, fu l’elevato livello di organizzazione della società socialista, che l’insigne filosofo Aleksandr Zinov’ev definì “super-società”. Zinov’ev riteneva che tale organizzazione fosse garantita dall’esistenza di una forza partitica che determinava le priorità dello Stato, esercitava un’influenza diretta sulla sua attività, mobilitava i lavoratori per l’adempimento dei compiti della costruzione socialista.

L’ideale socialista rispondeva alle rappresentazioni dei popoli sul bene e sul male, risultava in gran parte identico ai principi morali del cristianesimo, ed era rivolto al risveglio delle migliori qualità umane nel tessuto sociale: onestà, rettitudine, rispetto del prossimo, mutuo aiuto, amore per la propria Patria e disponibilità a difenderla, laboriosità come fonte naturale di benessere. Valori fondamentali che univano, saldavano tra loro persone di diverse nazionalità e confessioni, consolidavano la società.

I successi dell’Unione Sovietica influenzarono la politica sociale di molti Stati e furono altamente apprezzati da progressisti e figure pubbliche in tutto il mondo. «L’Unione Sovietica – osservava D. Nehru – è un paese colmo di speranze, di energia e di entusiasmo, che si costruisce con irresistibile rapidità e crea un ordine socialista. È giovinezza traboccante e vitalità. I successi già conseguiti dai Soviet destano una profonda impressione e attirano l’attenzione degli uomini pensanti in tutto il mondo».

Naturalmente, l’URSS non fu, né poteva essere, un paradiso in terra, uno Stato ideale in tutti i suoi aspetti: a ciò si opponevano numerose cause oggettive e soggettive. Venivano imposti limiti a molte libertà dei cittadini; vi erano fenomeni di illegalità, di burocratismo, di lentezze e cavilli, di arroganza da parte dei funzionari. Si dovette ricostruire due volte l’economia nazionale distrutta dalla guerra. L’industrializzazione esigeva uno sforzo totale da parte del popolo. Immense furono le perdite umane e materiali durante l’invasione hitleriana. Dopo la Grande Guerra Patriottica, il Paese fu costretto a lasciarsi trascinare nella corsa agli armamenti. Tutto ciò richiese spese colossali e rallentò il ritmo di crescita del benessere del popolo.

Non furono trovati, inoltre, metodi ottimali, adeguati alle reali condizioni produttive, per la gestione dell’economia nazionale.

Nella struttura di organizzazione della società che si era formata in URSS, i successi e gli insuccessi del Paese dipendevano in larga misura dal livello di attività e di organizzazione dello stesso Partito Comunista, e in particolare dei suoi leader, dalla loro intelligenza, spiritualità, preparazione teorica, doti organizzative e qualità umane.

I Partiti Comunisti delle repubbliche federate erano parte integrante del PCUS e nella loro attività si attenevano al suo statuto e ai principi programmatici. Tuttavia, essi disponevano di una sufficiente libertà nella scelta delle vie e dei metodi per l’attuazione delle decisioni comuni del partito, nonché nell’adozione di proprie decisioni riguardanti la vita delle rispettive regioni e delle loro organizzazioni di partito. I successi dipendevano in gran parte dalla personalità dei primi segretari dei comitati di partito, e soprattutto dal primo segretario del Comitato Centrale.

L’organizzazione di partito bielorussa era un reparto combattivo e autorevole del PCUS, merito non piccolo dei predecessori di Mašerov alla guida del Comitato Centrale del PCB: P. K. Ponomarenko, N. S. Patoličev, K. T. Mazurov.

La nomina di Mašerov alla carica di Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Bielorussia, che egli resse per oltre quindici anni, fu del tutto naturale e significò il riconoscimento dei suoi talenti innati, delle sue elevate qualità professionali e morali.

L’ascesa di Pëtr Mironovič Mašerov alla guida dell’organizzazione di partito della repubblica segnò una fase qualitativamente nuova e assai feconda nella vita della Bielorussia e della nazione bielorussa. Fu conseguito un enorme progresso in tutti i settori dell’economia nazionale, nello sviluppo della scienza, della cultura nazionale, dell’istruzione, come è dimostrato in maniera convincente dall’articolo dell’accademico P. G. Nikitenko e di altri autori.

Avvennero cambiamenti sostanziali nel sistema dei rapporti sociali. Crebbero l’attività lavorativa e politica del popolo, si rafforzò la coesione di tutti i suoi strati. Si accrebbe l’autorità delle organizzazioni di partito a tutti i livelli, aumentò la loro influenza sui processi in corso nella società. In Bielorussia si manifestavano in misura assai minore i fenomeni negativi che avevano luogo nella vita dello Stato sovietico e nell’attività del PCUS: non si registrarono contrasti su basi religiose o nazionali.

Le trasformazioni positive furono indissolubilmente legate al nome di P. M. Mašerov. Egli divenne a pieno titolo il leader della nazione, quale uomo ideologicamente convinto, moralmente integro, stratega lungimirante, analista, colto e di pensiero filosofico, dirigente autorevole e venerato dal popolo, capace di organizzare, convincere e guidare ampi strati della popolazione.

Il Partito Comunista di Bielorussia si assunse la responsabilità del destino della repubblica, del suo presente e del suo futuro. Tale responsabilità non rimase una semplice dichiarazione formale ma si trasformò in un’ampia attività volta all’elaborazione delle direttrici di sviluppo della Bielorussia, al perfezionamento del suo sistema politico e statale, alla formazione della società civile, alla soluzione delle questioni socio-economiche. Tutto ciò determinò l’ampiezza e la poliedricità dell’opera di Mašerov.

Tra i molteplici problemi da lui affrontati, come risulta dalle memorie, un posto di particolare rilievo spettava all’economia nazionale, fattore determinante per garantire la vitalità della nazione e il suo progresso.

Nel periodo di Mašerov si modernizzò ed estese la base materiale e tecnica dell’industria, la sua struttura mutò qualitativamente. Vennero create branche industriali avanzate (quella della raffinazione del petrolio, della radioelettronica e altre), furono ricostruiti stabilimenti già esistenti. Sorsero numerose nuove imprese dell’industria leggera e alimentare, destinate direttamente a soddisfare i bisogni della popolazione.

Fu avviato lo sfruttamento del primo giacimento petrolifero della Bielorussia, quello di Rečica. In larga misura grazie agli sforzi di Mašerov aumentarono considerevolmente i volumi della produzione industriale. Nel 1976, con una popolazione che rappresentava circa il 4% di quella complessiva dell’URSS, la quota della RSS Bielorussa nella produzione complessiva dell’Unione era la seguente: macchine utensili per il taglio dei metalli – 14,1%, trattori – 15,4%, fertilizzanti minerali – 12,4%, cuscinetti – 13,9%, tessuti di lino – 13,9%, orologi da polso – 12,6%, televisori – 7,6%, motocicli – 11,3%.

Merita particolare attenzione il programma di riorganizzazione della produzione agricola e della vita dei contadini, promosso da Mašerov. Fulcro del programma fu il compito di moltiplicare i raccolti di cereali attraverso l’aumento della fertilità del suolo e l’introduzione di tecnologie scientifiche. L’attuazione di tale programma e i suoi risultati sono riflessi nelle memorie dei diretti partecipanti alla “battaglia per il raccolto” e per l’incremento della fertilità dei terreni. Un esempio vivido delle trasformazioni realizzatesi nell’agricoltura e nella vita dei suoi lavoratori sono i successi del kolchoz “Progress” della regione di Grodno, sotto la guida del suo talentuoso dirigente, Eroe del Lavoro Socialista F. P. Sen’ko, che nelle pagine di questo libro racconta il lavoro compiuto e il ruolo di Mašerov nella rinascita del villaggio.

Si deve affermare con piena certezza: grazie agli sforzi di Pëtr Mironovič nella repubblica fu portata a compimento la creazione di un moderno complesso economico nazionale, la cui esistenza divenne la base stessa della vita e dello sviluppo dell’attuale Bielorussia quale Stato indipendente e sovrano.

Cura costante del Primo Segretario del Comitato Centrale del PCB fu la soluzione dei problemi direttamente connessi con la vita e con il benessere delle persone.

Tra le sue costanti preoccupazioni vi era anche l’assetto urbano e rurale. Fu proprio Mašerov a ottenere la decisione sulla costruzione della metropolitana di Minsk. La sua lettera indirizzata al Segretario Generale del CC del PCUS in merito a tale questione e il sostegno da parte di L. I. Brežnev alla richiesta di Pëtr Mironovič determinarono che la metropolitana venisse edificata a Minsk e non a Novosibirsk, come invece era previsto dal Gosplan dell’URSS.

Al nome di Mašerov è legata anche la costruzione del sistema idrico Vilejka-Minsk, che risolse in modo radicale i problemi di approvvigionamento idrico della capitale e rese possibile la creazione di aree verdi di svago per i cittadini.

I successi nell’edificazione economica crearono le condizioni per il costante innalzamento del benessere della popolazione, per l’aumento dei redditi monetari, dei fondi sociali di consumo, per il miglioramento della fornitura di generi alimentari, beni industriali e servizi. Si costruivano attivamente teatri, palazzi della cultura, sanatori, case di riposo, strutture sanitarie e molto altro. A ritmi elevati cresceva l’edilizia abitativa. Su proposta di Mašerov furono demolite le baracche erette nei primi anni del dopoguerra e i loro abitanti ottennero alloggi confortevoli.

Su sua iniziativa, tutto il lavoro per il miglioramento delle condizioni di vita assunse un carattere sistematico. Nella repubblica si cominciarono ad elaborare e realizzare piani di sviluppo complessivo delle città, dei distretti, dei collettivi di lavoro, che prevedevano misure per la crescita spirituale e culturale delle persone, per un lavoro altamente produttivo, e così via.

Il fervido sviluppo economico, l’espansione delle produzioni ad alta tecnologia esercitarono un’influenza diretta sul progresso della nazione, portarono a un innalzamento della qualità del potenziale umano, a un incremento del numero di operai altamente qualificati, di specialisti con istruzione superiore e tecnico-professionale, di ricercatori. Nella repubblica fu conseguita la piena occupazione, che garantì stabilità sociale e la conservazione delle risorse lavorative.

La produzione materiale divenne non soltanto ambito di applicazione della forza lavoro, ma anche luogo di rivelazione di capacità e talenti, dove si formarono eccellenti maestri del proprio mestiere, straordinari dirigenti, progettisti, di cui ancora oggi il popolo bielorusso va fiero.

Alla luce di quanto detto, appare debole la posizione di coloro che riducono i problemi nazionali esclusivamente a questioni di statualità e di cultura nazionale, e che si astraggono dalla realtà concreta della vita delle persone, lasciando fuori dalla problematica dello sviluppo della nazione e della formazione della coscienza nazionale la soluzione delle questioni economiche. Essi dimenticano che il metallo di oggi, il legno di oggi – sono i futuri appartamenti.

In quanto uomo colto, vero intellettuale e politico libero da pregiudizi, egli non di rado correggeva funzionari eccessivamente zelanti e poco competenti nelle loro superficiali valutazioni di questo o quel lavoro. Fu Mašerov a promuovere l’assegnazione del Premio Lenin a Vasil’ Bykov e a sostenerne la candidatura a deputato del Soviet Supremo della BSSR, nonostante non condividesse sempre le opinioni dello scrittore e fosse ben consapevole del giudizio negativo che molti funzionari nutrivano nei confronti della sua opera.

Caratterizza Mašerov anche un episodio che mi raccontò il pittore Michail Savickij, divenuto già in vita un classico. La commissione del Ministero della Cultura della BSSR, selezionando le tele per una prestigiosa esposizione, si era espressa contro la presentazione del suo quadro “Il campo”, che raffigurava un gruppo di contadini pensosi, in piedi su un campo di grano già mietuto in autunno. La commissione aveva giudicato il dipinto troppo pessimista, decadente. La notizia giunse a Mašerov. Egli si recò nello studio dell’artista, osservò a lungo la tela, le mani conserte sul petto. «E ciò che mi colpì, – disse M. Savickij, – fu che Mašerov colse al volo il mio intento, lo apprezzò profondamente e mi congratulò per il nuovo successo creativo». Esposta alla mostra, l’opera suscitò vivo interesse nei visitatori, ricevette recensioni positive dalla critica ed entrò a far parte del patrimonio d’oro della Bielorussia.

La comunità intellettuale nutriva profondo rispetto per Pëtr Mironovič, per la sua instancabile cura della Bielorussia, ne apprezzava l’erudizione, la cordialità, l’attenzione per lo sviluppo della cultura nazionale e il riconoscimento del suo alto destino. «Mašerov, – ricorda nei suoi scritti il poeta Gennadij Buravkin, – amava gli scrittori, e questo amore era reciproco». Gentile, sempre rispettoso, Pëtr Mironovič possedeva il raro dono di una profonda umanità.

L’intelligencija visse con dolore la prematura scomparsa del caro dirigente della repubblica. Ne dà testimonianza, tra gli altri, Anatolij Sul’janov, che descrisse la reazione degli scrittori alla notizia della morte di Mašerov, giunta durante una riunione in onore di V. Bykov. «Per primo, – scrive Sul’janov, – parlò il poeta nazionale della Bielorussia Pimen Pančenko: “Pëtr Mironovič ha fatto tanto bene alla gente, ha rafforzato l’economia della repubblica, era affascinante, leale”». Ales’ Adamovič condivise i suoi ricordi degli incontri con Mašerov, Nil Gilevič parlò della sua modestia e della sua sensibilità ai bisogni del popolo. Andrej Makaënok ricordò i colloqui con Mašerov sui problemi dell’editoria libraria e periodica: «Lo distingueva dagli altri dirigenti la fede nell’idea, nel popolo. Perché? Perché così? – domandava con insistenza Makaënok, rivolgendosi al pubblico. – Perché muoiono persone splendide, mentre vivono i farabutti, i calunniatori? Perché?»

Vasil’ Bykov parlava a fatica, ma con calore, riferendosi alle straordinarie qualità umane di Pëtr Mironovič, alle sue spiccate capacità organizzative, alla sua generosità d’animo e disponibilità verso gli altri.

Le testimonianze dei contemporanei, unite alla partecipazione diretta dell’autore di queste righe all’epoca di Mašerov, permettono di affermare che l’attività di Mašerov in una sfera spirituale di eccezionale importanza e delicatezza era priva di formalismo, di burocratismo o di atteggiamenti superficiali, ed era invece intrisa di sincerità, consapevolezza e di quella caratteristica “mašeroviana”. Non si trattava semplicemente di adempiere a doveri ufficiali, ma di un’espressione di una profonda necessità interiore di rendere le persone migliori, più buone, e di pensare e prendersi cura della nazione bielorussa e del bene della propria Bielorussia. Ciò lo distingueva nettamente da coloro che conducevano una vita doppia: predicavano altezza di ideali dal podio, ma nella vita privata se ne dimenticavano.

La forza di Mašerov non risiedeva solo nella capacità di generare idee innovative e di tracciare le vie strategiche di sviluppo della Bielorussia. Egli era un eccellente organizzatore, capace di scegliere modalità efficaci per il raggiungimento degli obiettivi, di convincere e mobilitare.

Questo si manifestò in modo particolarmente chiaro nella politica del personale. Dopo un’analisi approfondita, giunse alla conclusione che il corpo dirigente della repubblica non rispondeva più alle nuove condizioni e sfide e non era in grado di garantire il progresso della repubblica verso nuovi traguardi. Molti dirigenti non possedevano una visione ampia, il bagaglio scientifico o le competenze professionali necessarie, spesso continuavano a operare secondo vecchi schemi e senza l’impegno richiesto.

Perciò Mašerov propose e attuò un nuovo approccio alla gestione del personale, che comprendeva il ringiovanimento dei dirigenti e la loro formazione, con un significativo arricchimento scientifico, l’introduzione di moderne tecniche di gestione e tecnologie avanzate.

Al posto dei dirigenti rimossi, venivano nominati coloro che avevano conseguito risultati concreti nella precedente attività, professionisti orientati all’adozione delle soluzioni più nuove e avanzate. Nella scelta dei comitati di partito, si privilegiava chi possedeva competenze specifiche nell’ambito affidato alla sua responsabilità. Così, segretario del CC del PCB incaricato del complesso agroindustriale fu eletto dal plenum del Comitato Centrale il noto scienziato, dottore in scienze agricole e direttore dell’Istituto di Ricerca Bielorusso per l’Agricoltura, V. S. Ševeluha. Alla guida del dipartimento del commercio e dei servizi alla persona del CC del PCB fu nominato N. A. Stashenkov, capo del dipartimento del commercio dell’esecutivo regionale di Vitebsk, che prima non aveva mai lavorato negli organi di partito.

Nella repubblica si sviluppò un sistema organico per l’aggiornamento professionale dei dirigenti, per la loro familiarizzazione con le più recenti tecnologie e con l’organizzazione scientifica del lavoro. Un elemento importante di questo sistema fu la realizzazione di seminari provinciali e repubblicani presso aziende agricole all’avanguardia.

La cura del personale era accompagnata da rigorose richieste riguardo all’adempimento dei doveri affidati, all’esecuzione di piani e impegni, e al rigoroso rispetto delle norme morali ed etiche. Chi non giustificava la fiducia accordata, se in conflitto con la propria coscienza, veniva rimosso dal proprio incarico e sanzionato. Un chiaro esempio di questo approccio è rappresentato dalla rimozione, su iniziativa di Mašerov, del direttore della fabbrica di frutta e verdura di Minsk, come racconta nelle sue memorie V. S. Ševeluha.

Su richiesta di Mašerov, per infrazioni di natura morale e civile furono destituiti il procuratore della repubblica, il primo segretario del CC del Komsomol bielorusso e il segretario del comitato cittadino di Minsk del PCB. Furono rimossi dalla carica il presidente di uno dei comitati esecutivi distrettuali di Minsk e alcuni dipendenti del comitato esecutivo cittadino per aver partecipato a banchetti gratuiti organizzati dal capo di un dipartimento del comitato stesso, il quale si rivelò corrotto e fu perseguito penalmente.

Pëtr Mironovič stesso rappresentava il modello del dirigente della nuova formazione. I suoi metodi di lavoro e il suo atteggiamento verso i doveri ufficiali erano esemplari per chi lo circondava, stimolando un lavoro intenso, creativo e responsabile. In larga misura grazie a Mašerov nella repubblica si creò un clima di costruzione, efficienza, collaborazione e attenzione alle esigenze della popolazione. Manifestazioni di burocratismo, arroganza da parte dei funzionari, negligenza, favoritismi, raccomandazioni o, ancor più, corruzione venivano immediatamente sanzionate.

Mašerov aveva un metodo di lavoro particolare: non da ufficio, ma vivo, fondato sul contatto costante con il popolo e sulla conoscenza diretta della situazione sul territorio. Quando si verificò un’alluvione nel Polesie, egli si recò immediatamente nella zona allagata, si spinse in barca nei villaggi isolati dall’acqua, verificando come procedeva l’evacuazione della popolazione e come venivano forniti acqua potabile, generi alimentari, combustibile, insomma tutto ciò che era necessario alla vita dei residenti.

Quando avvenne un’esplosione nel reparto custodie del Radioplant di Minsk, che causò decine di vittime, egli fu tra i primi a recarsi sul luogo della tragedia. Tornò successivamente per comprendere le cause dell’accaduto e prevenire simili incidenti in futuro.

Durante la costruzione della metropolitana di Minsk, camminava insieme agli specialisti lungo il tracciato futuro, con tuta da lavoro e stivali di gomma, verificando sul posto come sarebbero state realizzate le stazioni, interessandosi alle condizioni di lavoro dei minatori.

Quando entrava nella mensa dello stabilimento e la trovava inadeguata, rimproverava i dirigenti responsabili e interrompeva la visita alla fabbrica, dichiarando che questa sarebbe proseguita solo dopo che la mensa fosse stata sistemata. Contemporaneamente, incaricava l’apparato del Comitato Centrale del partito di controllare ovunque l’organizzazione del servizio mensa nei collettivi di lavoro. I risultati del controllo furono discussi nel plenum del Comitato Centrale, permettendo in breve tempo di riformare radicalmente e migliorare il sistema alimentare in tutta la repubblica.

Talvolta si sente dire: “non era compito da re occuparsi personalmente di tutto”. No, era un compito degno di re, se questo “re” non regna per sé stesso, ma vive e governa per il popolo, se il senso della sua vita è servire gli altri!

I viaggi di lavoro di Mašerov nella repubblica, i suoi incontri nelle fabbriche e nei kolchoz non venivano pubblicizzati dai mezzi di informazione, cioè non erano – come si direbbe oggi – attività di pubbliche relazioni. Erano dettati dagli interessi del lavoro, permettendo a Mašerov di essere sempre aggiornato sugli eventi, ricevere informazioni non distorte, individuare e risolvere tempestivamente i problemi emergenti e sostenere l’entusiasmo dei lavoratori.

Le innovazioni in Mašerov si manifestavano non solo nello stile di lavoro, al quale, tra l’altro, cercarono di ispirarsi anche altri dirigenti. Egli adottò un approccio nuovo nella definizione dei criteri per valutare la situazione nella repubblica, il lavoro dei dirigenti a tutti i livelli, degli specialisti, dei collettivi di lavoro e degli organi di gestione. Tali criteri non erano semplicemente l’adempimento dei piani quinquennali o il progresso rispetto a quanto già raggiunto, ma la misura in cui l’efficacia con cui venivano utilizzate le risorse materiali, lavorative e finanziarie e in quale grado i risultati ottenuti soddisfacevano i bisogni della popolazione. Naturalmente, tutto ciò aveva un effetto mobilitante, permettendo di giudicare oggettivamente chi fosse all’avanguardia e chi invece rimanesse indietro.

Mašerov era esigente anche nella valutazione della propria attività. A testimonianza di ciò è la reazione descritta nelle memorie del segretario del CC del PCB A. A. Smirnov alla valutazione positiva data da Pëtr Mironovič, al XXV Congresso del PCUS, del lavoro dell’organizzazione di partito bielorussa e di tutti i lavoratori della repubblica.

Letteralmente il giorno della chiusura del congresso, mentre i delegati tornavano a Minsk di sabato, Mašerov tenne un incontro direttamente in treno con i dirigenti della repubblica. Li informò della sua decisione di convocare, il secondo giorno della settimana lavorativa successiva, una riunione per discutere ciò che era necessario fare per raggiungere nuovi traguardi nello sviluppo della repubblica e per sfruttare tutte le riserve e le possibilità disponibili.

Grazie agli sforzi di un ampio gruppo di dirigenti, specialisti e scienziati, furono elaborati, approvati dal plenum del CC del PCB e realizzate misure concrete che garantirono un progresso significativo in tutti i settori dell’economia nazionale della Bielorussia.

Mašerov affrontava l’attuazione delle decisioni generali del partito con approccio creativo e consapevole, adattandole alle circostanze reali e agli obiettivi dello sviluppo della repubblica. Non sorprende che, al termine dei congressi del PCUS o dei plenum del Comitato Centrale, quando alle organizzazioni di partito repubblicane e provinciali era richiesto di tenere i propri plenum, molti attendessero la pubblicazione dei materiali del plenum del CC del Partito Comunista Bielorusso per comprendere l’approccio creativo dei comunisti bielorussi nella risoluzione delle questioni discusse.

Pëtr Mironovič percepiva e reagiva con grande sensibilità ai fenomeni negativi accumulatisi nel Paese, alle carenze nell’operato dei comitati di partito, al distacco di molti di essi dalla massa dei comunisti, alla passività e all’indifferenza di gran parte dei membri del partito.

Lo preoccupava la penetrazione nella società – e specialmente tra i giovani – di una mentalità consumistica, con il disprezzo degli interessi collettivi. Era allarmato dal ritardo del USSR rispetto ai Paesi sviluppati in molti ambiti del progresso scientifico e tecnologico. Intervenendo nel 1971 al XXIV Congresso del PCUS, Mašerov osservava che la riforma economica “stimola poco lo sviluppo della produzione sulla più moderna base scientifico-tecnologica”. Nei primi giorni di ottobre 1980, discusse le problematiche dell’accelerazione del progresso scientifico e tecnologico con scienziati dell’URSS e della Bielorussia, pianificando di portare la questione all’esame del plenum del CC del Partito Comunista Bielorusso.

Sia umanamente, sia come candidato al Politburo del CC del PCUS, Mašerov non tollerava la reazione passiva dei dirigenti del partito ai problemi emergenti nella società e nella struttura stessa del partito, né la mancata adozione delle misure necessarie a modificarne la situazione.

In un contesto di pensiero unico imposto e di assenza di dibattiti sui temi cruciali della vita del partito e dello Stato, le osservazioni di Mašerov sulla situazione del Paese e sulle misure per migliorarla non venivano prese in considerazione. Manifestazioni di autonomia e posizioni attive provocavano irritazione, timore e preoccupazione in parte della leadership di partito. Non sorprende dunque che per lungo tempo non fosse sostenuta l’idea di promuovere Pëtr Mironovič a posizioni elevate nel PCUS o nell’amministrazione dello Stato federale.

Come è noto, la storia non ha il congiuntivo. Tuttavia, non si può ignorare chi ritiene che, se alla guida del Paese ci fosse stato P.M. Mašerov o un leader pari a lui per convinzioni, capacità operative e qualità morali, la storia del Paese alla fine del XX secolo avrebbe potuto prendere un corso diverso.

L’URSS disponeva di potenzialità per superare fenomeni di crisi, eliminare le carenze esistenti che provocavano il malcontento della popolazione. Era necessario sottoporre la situazione del Paese a un’analisi approfondita ed elaborare un programma d’azione scientificamente fondato, tenendo conto dei cambiamenti intervenuti nelle forze produttive, della composizione qualitativa della popolazione e delle sue aspettative e richieste. Occorreva ristrutturare profondamente l’attività del partito.

Tuttavia, ciò non avvenne.

Mašerov rappresenta un patrimonio nazionale, una personalità storica, una figura di spicco dello Stato, che ha conquistato profondo rispetto e affetto del popolo bielorusso, ampia notorietà tra tutti i popoli dell’URSS e in molti Stati esteri.

È del tutto legittimo chiedersi quale sia il fenomeno Mašerov, quali siano le origini di un simile sentimento da parte dei suoi contemporanei, di una memoria benevola, immortale, e della riconoscenza di chi oggi è vivo. Qual è il ruolo di Mašerov nella storia della Bielorussia e dell’URSS? Perché e in cosa è significativo per il presente e per il futuro?

Tutte queste domande non sono oziose; sono urgenti, anche perché talvolta emergono opinioni lontane dalla verità, che distorcono l’immagine di Mašerov e i motivi dell’affetto che il popolo ha sempre nutrito verso di lui. Parlare della popolarità di Mašerov e attribuirla al suo aspetto esteriore, al suo comportamento o ad altri fattori simili significa, in maniera conscia o inconscia, dimenticare l’essenziale. È universalmente riconosciuto che ogni persona viene giudicata, prima di tutto, per le proprie azioni e opere.

Per un uomo di Stato o politico, il criterio principale di valutazione è ciò che ha fatto per il suo Paese, per la sua gente, come ha rispettato, tutelato e valorizzato il popolo, come si è preso cura del suo bene.

Tutti hanno potuto vedere l’attività energica, determinata e fruttuosa di Mašerov, i cambiamenti positivi avvenuti nella repubblica, giustamente collegati al suo nome, e che hanno suscitato profondo rispetto verso di lui in tutti gli strati della popolazione.

Mašerov, come uomo di Stato e leader del partito al potere, rispondeva pienamente alle aspettative del popolo riguardo al proprio leader e ai requisiti da esso posti, il che determinava anche la sua popolarità.

Le elevate qualità spirituali e morali di Pëtr Mironovič gli hanno permesso di occupare il giusto posto nella storia. Secondo il filosofo greco antico Platone, la forma migliore di governo è assicurata dai governanti saggi e degni.

Un fattore importante per il rafforzamento della coscienza nazionale è la vita e l’attività dei grandi antenati, che hanno glorificato il proprio popolo con imprese militari, risultati nel lavoro, conquiste nel campo della cultura, dell’arte, dell’istruzione e della produzione materiale.

Gli studiosi bielorussi individuano uno degli obiettivi della scienza storica nella creazione di un pantheon nazionale di orgoglio e gloria della nazione bielorussa.

Non vi è dubbio che Pëtr Mironovič Mašerov appartenga a quel gruppo di personalità storiche i cui nomi devono essere iscritti in questo pantheon. Mašerov era un guerriero, un creatore che ha apportato un contributo inestimabile allo sviluppo della nazione bielorussa, come testimoniano ancora una volta i ricordi raccolti in questo libro. La vita di Mašerov, uomo cristallino nella purezza, ricco spiritualmente e devoto al proprio popolo, rappresenta un esempio morale per le generazioni presenti e future.

Mašerov fu un degno rappresentante della Bielorussia nelle vaste distese dell’Unione Sovietica e in molti Paesi esteri. Egli elevò l’autorevolezza della repubblica nel mondo, accrebbe la gloria del popolo bielorusso, dimostrando concretamente che anche la terra bielorussa può generare talenti, i propri “Newton dalla mente veloce”.

Mašerov, uno di questi Newton, eroe due volte insignito della Stella d’Oro per le sue imprese militari e per l’intera vita dedicata al bene del popolo bielorusso, merita un monumento nella capitale della Bielorussia, Minsk, come proposto dall’onorario presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia, illustre scienziato, accademico N.A. Borisëvič.

La grandezza di Mašerov emerge in modo particolarmente chiaro nelle attuali condizioni storiche, quando, dopo il crollo dell’URSS, le ex repubbliche sovietiche sono diventate Stati indipendenti.

La dissoluzione dello Stato unico e il cambiamento dell’ordine socio-politico nei nuovi Stati indipendenti hanno causato grandi sconvolgimenti socio-economici. In questo contesto, diventa sempre più urgente la ricerca di modi per superare i problemi esistenti e garantire il progresso nello sviluppo degli Stati.

In tale contesto, appaiono fondate e tempestive le sollecitazioni di molti a una valutazione obiettiva della nostra recente storia, a utilizzare l’esperienza positiva di gestione statale di leader come P.M. Mašerov.

Sulla base di un’analisi creativa dello stile di lavoro di Mašerov e degli approcci sovietici alla gestione dello Stato, è stato elaborato un modello bielorusso di sviluppo socio-economico, tenendo conto delle realtà esistenti. Sono stati valorizzati gli approcci di Mašerov alla selezione, alla formazione e alla mobilitazione delle risorse umane e professionali.

La disposizione, la formazione e l’educazione del personale hanno permesso non solo di mantenere i traguardi raggiunti in precedenza, ma anche di avanzare significativamente in molti settori, nonostante le sfavorevoli condizioni economiche esterne. In Bielorussia sono stati preservati molti diritti dei lavoratori, l’etica del lavoro; non si è verificata disoccupazione di massa né una selvaggia stratificazione sociale.

Si spera che la pubblicazione dei ricordi dei contemporanei e dei compagni di P.M. Mašerov aiuti i lettori a comprendere più pienamente le azioni patriottiche di P.M. Mašerov e a valutare degnamente il suo ruolo nella storia della Bielorussia.

Le sfide odierne impongono requisiti particolarmente elevati ai leader degli Stati e ai funzionari di tutti i livelli per risolvere numerosi problemi, scegliere i giusti percorsi di sviluppo dei propri Paesi e raggiungere gli obiettivi prefissati.

La vita e l’attività di P.M. Mašerov sono una testimonianza luminosa di quali qualità professionali e personali debba possedere una persona investita di grande potere e chiamata a corrispondere al proprio tempo, ai propri incarichi e responsabilità, giustificando la fiducia riposta in lui dal popolo.

È per questo che Mašerov non è solo una personalità storica, degna di profondo rispetto e di una memoria popolare luminosa. Egli possedeva quelle qualità che devono essere proprie di chi intraprende il servizio statale, di chi si dichiara pronto a servire il popolo in qualsiasi tempo, indipendentemente dal luogo, dall’epoca e dall’ordine socio-politico.

Per questo Mašerov è un contemporaneo di ogni nuova generazione, e le sue qualità, i suoi approcci alla gestione, la sua aspirazione a una costante, indissolubile e organica connessione con il popolo rappresentano il nucleo e l’espressione del senso della vita di ogni alto dirigente dello Stato, unico e responsabile.

Gli autori dei ricordi non avevano in alcun modo l’intento di canonizzare la personalità di P.M. Mašerov; hanno cercato di trasmettere ai lettori le proprie memorie personali su ciò che egli ha compiuto per il suo popolo bielorusso e per il futuro delle generazioni a venire.

La pubblicazione di questo libro di memoria non è nostalgia del passato, ma il desiderio di rendere giustizia al grande figlio della terra bielorussa, Pëtr Mironovič Mašerov. Non vi è dubbio che questo libro sarà letto e riletto.

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