Dalla brigata Nikolai Gastello - Intervista al console onorario Francesco Milasi

di Katia Albini

Proseguono le nostre interviste ai partecipanti alla delegazione Nikolai Gastello (qui), che sarà presente a Minsk per celebrare con i nostri fratelli bielorussi il giorno della Vittoria. E chi, meglio del console onorario Francesco Milasi, può parlarci di questa fratellanza che unisce i nostri popoli. Lo abbiamo intervistato mesi fa, per conoscere la sua analisi da un punto di vista istituzionale (leggi qui), lo incontriamo oggi per conoscere la sua esperienza umana, e le sue speranze riguardo le nostre future relazioni.

Console, da quanto dura il suo rapporto personale con la Bielorussia, e come è nato il suo amore per questo paese?
Il mio primo contatto reale con la Bielorussia risale agli anni Novanta iniziando la mia collaborazione con l'associazione Arcobaleno di Reggio che si occupava,e si occupa tutt'ora, dell'ospitalità dei bambini cosiddetti di Chernobil.
Circa venticinque anni fa ho fatto il primo viaggio a Minsk e,dopo un primo impatto non esaltante con quella realtà postsovietica non in linea con i nostri standard occidentali, è nato un attaccamento forte con il Paese che si è sempre più accresciuto con il passare del tempo .
I miei viaggi in Bielorussia si sono susseguiti intensamente anche per i nuovi rapporti intrapresi nell'ambito culturale e commerciale.
In virtù di questo mio ricoprire il ruolo di promotore di reciproca conoscenza e amicizia mi è stato proposto l'incarico di rappresentare la Bielorussia in Calabria e Sicilia quale console onorario, ruolo che tutt'ora svolgo.

Che opinione hanno i bielorussi dell'Italia e degli italiani?
La conoscenza della nostra cultura e civiltà era, e rimane, accresciuta già da tempo.
Purtuttavia l'impulso maggiore in questa direzione è stato apportato dalle tante migliaia di piccoli ambasciatori che fino ad un paio d'anni fa si sono fatti i migliori promotori in Bielorussia della nostra Italia.
Pronunciare la parola Italia, o dirsi Italiani, suscita nel nostro interlocutore bielorusso una ridda tale di emozioni ed amorevolezza che risulta difficile tradurre in parole.
In cima al loro sogno di viaggio l'Italia è sempre al primo posto.


Quali sono, se ce ne sono, le affinità tra i due popoli? E perché, secondo lei, la Bielorussia ha scelto proprio l'Italia come paese a cui affidare i suoi bambini?
Indiscutibilmente le nostre culture sono alquanto diverse , la nostra è multietnica ed ha subito nel corso dei secoli varie contaminazioni dovute alle tante invasioni che abbiamo subito. Ognuna di queste ha lasciato negli italiani qualcosa di suo. Lo stesso, credo, non sia avvenuto per la Bielorussia che appare più monoculare anche se composta anche da altre etnie provenienti però tutte dal vastissimo territorio russo.
Una affinità la vedrei essenzialmente nell'apertura al diverso, nella disponibilità di sentirsi amici e ricettivi ai sentimenti di amicizia e desiderio di reciproca conoscenza.
Per quanto riguarda l'affido dei loro bambini è stato un fatto di amorevole accoglienza scelto più da noi Italiani che da loro.

Come abbiamo spiegato, lei parteciperà alla delegazione italiana a Minsk per le celebrazioni del Giorno della Vittoria. Perché è importante essere presenti in questa data?
Ritengo sia importante, più che in passato, essere presenti il 9 maggio a Minsk per dimostrare la nostra solidarietà alla Bielorussia in un momento, come l'attuale, di ostracismo ingiusto ed ingiustificato nei suoi confronti.
Testimoniare che non tutta l'Italia ed Europa sono vittime di una narrazione strabica se non succube di interessi ostili alla Bielorussia è non solo un gesto bello, ma dovuto.
Il mio invito è quello di essere presenti in maggior numero possibile e con tante bandiere italiane e della UE.
 È importante fare sentire, e fare vedere, la nostra partecipata solidarietà in un momento come questo


Riusciremo a superare tutte le diffidenze e a riallacciare i rapporti con la Bielorussia?
A livello istituzionale, di Governi, le diffidenze per ora permangono e sono dovuti a fattori ed interessi geopolitici che nulla hanno a che fare con i nostri rispettivi popoli.
Gli interessi, fuori di metafora, degli USA e loro sottoposti UE e quindi Italia, mirano a destabilizzare la Bielorussia replicando quanto fatto in Ucraina. Non ne hanno riconosciuto il presidente democraticamente eletto, hanno sanzionato il Paese oltre ogni ragionevole motivo e molto altro tanto da interrompere, tra l'altro, il flusso dei viaggi terapeutici dei bambini di Chernobyl in Italia.
E diciamo quale è la vera ragione di questo impedimento? 
Non riconoscendo il presidente Bielorusso come legittimamente eletto, né il nostro presidente della Repubblica né il capo del Governo possono scrivergli la consueta lettera annuale a garanzia e protezione in Italia dei bambini minori bielorussi.
Ipocrisia massima ed, aggiungo io, antidemocrazia!
Eh sì, perché tutti i sondaggi fatti rivelano che la maggior parte degli Italiani vogliono l'opposto di quanto decide il "nostro "
Governo. 
Per concludere, mi sento di rimarcare che rapporti fra popoli, italiano e  bielorusso, non hanno subito nessuna incrinatura, tutt'altro!
A livello di Stati tutto scorre, la Storia parlerà per noi e toglierà inesorabilmente il velo alla grande ipocrisia dei grossi interessi economici che prevaricano quelli dei popoli.
Un po' di pazienza ancora e torneremo come prima.

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