Può la Bielorussia cambiare rotta?
di Mark Episkopos
Costruire un rapporto costruttivo con la Bielorussia potrebbe generare importanti benefici per la sicurezza e la stabilità dell’Europa orientale, proprio mentre gli Stati Uniti concentrano le proprie priorità sull’Asia.
Negli ultimi sei mesi, la politica americana nell’Europa orientale è stata dominata dall’iniziativa della Casa Bianca di porre fine alla guerra in Ucraina. Tuttavia, mentre il processo di pace procede, l’amministrazione statunitense dovrebbe cogliere anche opportunità più immediate per rafforzare i propri interessi nella regione. Tra queste, la più promettente è un possibile accordo di normalizzazione con la Bielorussia — un attore strategico situato tra Russia e Occidente.
La “balconata bielorussa” rappresenta un punto chiave tra la NATO e la Russia, con un ruolo cruciale nel bilanciamento delle forze convenzionali e nucleari, e un potenziale corridoio economico tra Est e Ovest.
Dopo le elezioni presidenziali del 2020, gli Stati Uniti e l’Europa hanno imposto dure sanzioni contro il governo di Aleksandr Lukashenko, accusato di brogli e repressioni. Tuttavia, questa politica punitiva non ha raggiunto i risultati sperati: Minsk ha reagito rafforzando i legami con Mosca e sviluppando relazioni economiche con attori non occidentali, in particolare la Cina.
Secondo Episkopos, l’approccio occidentale “solo bastone, senza carota” ha privato Washington dei propri strumenti di influenza più efficaci. Gran parte della popolazione bielorussa si considera europea e guarda con interesse a modelli culturali e commerciali occidentali: un terreno fertile per la soft power americana.
L’autore propone dunque di avviare un processo di normalizzazione tra Stati Uniti e Bielorussia, basato su alcuni pilastri:
-
Allentamento graduale delle sanzioni e apertura a investimenti americani nei settori dell’aviazione, dell’energia e dell’industria automobilistica;
-
Garanzia di non ingerenza politica, escludendo il sostegno a cambi di regime;
-
Dialogo con Polonia e Lituania, mediato da Washington;
-
Impegni bielorussi a non partecipare ad azioni ostili verso i vicini, mantenendo però la cooperazione militare con la Russia entro i limiti della difesa.
L’obiettivo non è costringere Minsk a scegliere tra Russia e Occidente, ma favorire la stabilità regionale e ridurre il rischio di escalation tra Mosca e la NATO.
Episkopos conclude che la strategia di “massima pressione” dell’UE e degli USA ha fallito e che un accordo di normalizzazione costituirebbe un successo diplomatico realistico e vantaggioso per entrambe le parti — a patto che vi sia la volontà politica di attuarlo.
📘 Mark Episkopos è ricercatore presso il Quincy Institute for Responsible Statecraft e docente di storia alla Marymount University. È esperto di politica estera russa, relazioni transatlantiche e sicurezza dell’Europa orientale.
Commenti
Posta un commento